Giovanna aveva un sogno: avrebbe voluto fare quello che facevano i suoi coetanei, senza troppi problemi. Anche cose molto semplici, come uscire, andare a prendere un caffè al bar, farsi un bel giro per il centro di Bologna, dove abitava. Però per Giovanna tutto questo non era così semplice, perché per muoversi aveva bisogno di una sedia a rotelle.
E quindi non poteva uscire sola, perché anche scendere sotto casa diventava un’impresa impossibile: le macchine parcheggiate male le rendevano impossibile anche gli spostamenti più semplici, il trasporto pubblico per lei era praticamente inesistente, le barriere architettoniche di fatto diventavano una barriera anche sociale.
Giovanna, dunque, non aveva diritto ad uscire con la serenità di sapere che avrebbe trovato il parcheggio riservato, che lo scivolo sul marciapiede non sarebbe stato ostruito da un automobilista egoista, che poteva entrare nel negozio che desiderava perché non c’erano scalini? Abbiamo un bellissimo articolo della nostra Costituzione, il terzo, che afferma che è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ma una barriera architettonica era evidentemente un ostacolo che impediva a Giovanna il pieno sviluppo della sua personalità. Per questo Giovanna, nel 2012, si incatenò per raccontare le sue difficoltà quotidiane e chiedere una città veramente inclusiva, che non lasciasse nessuno indietro, o isolato. Purtroppo, nei mesi scorsi, Giovanna ha lasciato questo mondo. E così ci resta il suo insegnamento, e mentre ci domandiamo indignati cosa avrebbe potuto fare lo Stato e la politica per Giovanna, domandiamoci anche cosa possiamo fare noi, nel quotidiano per lei, e per tutte le persone con disabilità che sono costrette a spostarsi su una sedia a rotelle. Perché è vero che le nostre città sono inadeguate, i mezzi pubblici insufficienti, le risorse scarse e le barriere architettoniche pressoché ovunque e insormontabili. Ma a tutto questo si aggiunge purtroppo, la superficialità e l’egoismo di chi contribuisce, con i propri comportamenti, a rendere invivibile le nostre città.
Figli dello stesso cielo.
Sabato 4 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, indetta dalle Nazioni Unite nel 1992, giornata che mira ad aumentare la consapevolezza verso la comprensione dei problemi connessi alla disabilità, presso la Sala della Biblioteca civica “Gianni Rodari” in Granarolo dell’Emilia, abbiamo commemorato Giovanna Guerriero, già presidente della Consulta per l’Handicap Del Comune di Bologna, scomparsa nei mesi scorsi…
Persona capace di grandi battaglie, di profonda determinazione senza mai perdere lo stile dell’ascolto dell’opinione altrui, del rispetto, senza fermarsi mai alla rivendicazione ma cercando sempre le strade concrete della soluzione dei problemi”.